Bellezza e ossessione estetica
BELLEZZA E OSSESSIONE ESTETICA:
quando la battaglia per un corpo migliore diventa Dismorfofobia
Guardarsi allo specchio e scoprirsi un mostro: è quello che succede a molte donne ogni mattina. I chili di troppo, il seno cadente, la cellulite, quale donna non ha pensato almeno una volta: “Sono brutta! Vorrei un seno diverso! Vorrei due taglie di meno!”
Uno specchio nemico, che rimanda immagini deformate, rivela difetti e inestetismi.
Negli ultimi anni l’importanza dell’immagine per la nostra accettazione sociale, è andata sempre più crescendo. L’obbligo di essere belli, in forma, tonici e piacenti è continuamente propagato da TV e mass media e spesso capita di sentirsi inadeguati.
Tutte le donne conoscono i loro punti di forza e punti di debolezza, e adottare piccoli trucchi per nascondere certe imperfezioni è un comportamento assai diffuso. Attenzione però: talvolta dietro alla corsa alla forma perfetta, dietro alla battaglia al chilo di troppo, può annidarsi la Dismorfofobia. Chi soffre di Dismorfofobia tende a percepirsi in modo distorto rispetto alla realtà, non riesce a vedersi davanti allo specchio con obiettività: l’immagine riflessa sarà sempre troppo grassa, le gambe troppo storte.
Possiamo definire la Dismorfofobia un disturbo dove la persona si fissa su un difetto del proprio corpo (nella maggioranza dei casi lieve o inesistente) che rifiuta e che gli scatena reazioni di ansia e panico, per cui mette in atto tutta una serie di sacrifici, fino a chiedere aiuto al bisturi e alla chirurgia estetica, come una miracolosa panacea nella speranza di superare il problema. Di qui la smania d’informazioni riguardanti il presunto difetto fisico e a tutti i possibili “correttivi” e il ricorso continuo a consulenze presso i più svariati professionisti.
Si arriva a vedere gigantesco anche un piccolo neo e all’impressione che tutti guardino solo quello. In questo modo, il naso grosso, il seno cadente o la cellulite determinano una condizione di gravissimo disagio psicologico, non ci si sente all’altezza e ci si chiude al mondo. Spesso queste persone passano molte ore al giorno a pensare al loro difetto e a come porvi rimedio, al punto che questi pensieri possano dominare la loro vita. Ne deriva un isolamento sociale e spesso problemi inerenti alla sessualità e disturbi dell’alimentazione. Il “difetto” diventa il centro intorno al quale gravita tutta la loro vita, e ricorrere al bisturi o al botulino è spesso accompagnato da richieste di modelli ideali.
Tuttavia, vedere un miglioramento regala solo un sollievo temporaneo. Talvolta la persona si accanisce sullo stesso problema fino a richiedere infiniti ritocchi dello stesso intervento. E la battaglia continua, il risultato non è mai abbastanza e si evidenziano altre imperfezioni anche in altre regioni del corpo.
E l’apparente soluzione anziché risolvere, complica il problema e diventa un problema ancora più grave, cronicizza l’ossessione estetica, per cui dopo ogni intervento aumenta il bisogno di altri interventi.
S’innesca così un circolo vizioso di interventi correttivi e/o chirurgici che portano a effetti fisici edestetici tragici e si finisce con l’odiarsi, con il sentirsi tanto inadeguate da non riuscire più ad avere rapporti con gli altri. Come uscire da questo gioco senza fine? Come rompere questo circolo vizioso?
Una terapia finalizzata alla rottura di questa percezione distorta rappresenta il primo passo per riconquistare un rapporto positivo con se stessi e con la propria immagine. Una volta tolte queste “lenti deformanti”, la persona riuscirà a costruire gradualmente una relazione funzionale con il proprio aspetto e con la propria esteriorità e, di conseguenza con il mondo esterno.
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